Ddl in materia di minoranze linguistiche. Valcic: «Gravi conseguenze per “La Patrie dal Friûl”. A rischio l’esistenza dello storico periodico»
Assieme ad altri enti di primaria importanza per la diffusione della lingua friulana abbiamo partecipato all’audizione richiesta dalla V Commissione consiliare regionale, competente in materia di minoranze linguistiche, in vista della presentazione da parte della Giunta, del disegno di legge relativo alla disciplina del settore. Oltre a rimarcare la ristrettezza dei tempi a disposizione per analizzare il testo proposto, un sabato e una domenica, decisamente inadeguati per l’importanza del tema e delle conseguenze che comporta, le associazioni presenti hanno rimarcato il loro mancato coinvolgimento e la totale indisposizione da parte della Regione, a valutare assieme e in un clima costruttivo la situazione in cui si trovano ad operare le associazioni stesse e di quanto necessita oggi la promozione della lingua friulana, in un contesto come quello del Friuli-Venezia Giulia, in cui la presenza delle minoranze linguistiche rappresenta l’elemento determinante nella definizione stessa della Specialità.
La ricomparsa dei bandi come strumento operativo delle associazioni, oltre a rappresentare un passo indietro, a tutt’oggi immotivato, rispetto alle attuali leggi regionali, si configura come un clamoroso autogol dell’amministrazione. Se, infatti, eventuali criticità si fossero manifestate nelle passate gestioni, queste avrebbero dovuto essere sanate in precedenza, vista la puntuale rendicontazione che le associazioni stesse hanno negli anni presentato. La determinazione assessorile con cui vengono proposti i cambiamenti alla legge attuale, rende ancor più inquietante il clima in cui si intende lavorare per la promozione della lingua friulana, annegando nel grande mare dell’episodicità, la professionalità, l’esperienza acquisita in decenni di operosità unicamente dedicata alla difesa del friulano.
Se questa preoccupazione riguarda tutti gli enti di primaria importanza, ancor più gravi risultano le conseguenze per “La Patrie dal Friûl”, l’unico giornale interamente scritto in friulano, dal 1946 testimone attento e prestigioso, grazie ai suoi fondatori Alex Marchi e don Giuseppe Marchetti, alle personalità di spicco le cui firme hanno onorato la rivista sino ai giorni nostri. Assessore Roberti, ci permetta l’ironia: di pre Bepo Marchet abbiamo pubblicato, per conto proprio della Regione, un numero speciale distribuito in tutte le scuole a lui dedicato in occasione del cinquantenario della morte. Ora da parte di quella stessa Regione si vorrebbe mettere in atto un sistema di contributi che di fatto metteranno a rischio l’esistenza stessa del periodico a cui verrebbe impedita, certamente resa precaria e incerta, una programmazione stabile nel rapporto con tipografie, poste e giornalisti. Sì, perché “La Patrie dal Friûl” in questi anni ha formato decine e decine di giornalisti professionisti che scrivono in friulano, ha creato un modello di “fare giornalismo” estendendo il suo campo ai social con una pagina Facebook che conta, in questo momento, 23.480 sostenitori e che cresce al ritmo di centinaia di adesioni al mese. La lingua friulana, dunque, non come fiore all’occhiello nelle dichiarazioni, ma come impegno costante e attivo nella vita quotidiana, di cui l’editoria dovrebbe rappresentare lo specchio.
Un’ultima considerazione: noi crediamo di applicare al meglio lo slogan della campagna promozionale indetta in questi giorni dall’ARLeF, l’Agenzia regionale per la lingua friulana, di cui ci piacerebbe conoscere il parere su questa legge e sulle sue conseguenze. “Al dipent di nô” non solo da oggi, ma da sempre. Mai, come in questo caso, vorremmo che la difesa e la promozione del friulano dipendesse da altri.
Clape di culture “Patrie dal Friûl”
Il presidente
Andrea Valcic
Udine, 22 ottobre 2019